Il clima del territorio piacentino può essere descritto come un clima temperato o di tipo “Cfa” secondo Köppen (temperatura media del mese più freddo compresa tra -3°C e +18°C); più in particolare il territorio di pianura e collina risulta caratterizzato da un clima temperato subcontinentale (temperatura media annua compresa tra 10°C e 14,4°C, temperatura media del mese più freddo compresa tra -1°C e +3,9°C, escursione annua superiore a 19°C), mentre il territorio di montagna è caratterizzato da un clima temperato fresco (temperatura media annua compresa tra 6°C e 10°C, temperatura media del mese più freddo compresa tra 0°C e +3°C, media mese più caldo tra 15 e 20°C, escursione annua tra18 e 20°C).
Con riferimento alla serie di osservazioni dal 1958 al 1983 pubblicata da Istat, la temperatura media annuale è di 12.2°C a Piacenza, scende a 11.5-12°C nelle località di media collina e di fondovalle (Bettola, Bobbio) e scende a 8.5°C nelle stazioni più elevate di fondovalle (Losso, comune di Ottone, 416 m.)). Il mese più freddo è Gennaio, che fa registrare una media mensile di 0.8°C a Piacenza e di –1.1°C a Losso; il mese più caldo è Luglio, con una temperatura media di 22.9°C a Piacenza e di 18.1°C a Losso.
I fattori geografici che contribuiscono maggiormente a determinare le caratteristiche termiche del clima del territorio piacentino sono essenzialmente due: la sua collocazione nel cuore della Val Padana occidentale (lontano dalle masse d’acqua mediterranee) che determina soprattutto il carattere di continentalità (elevate escursioni termiche giornaliere e annuali); e la presenza del rilievo appenninico il quale, come confine meridionale della Val Padana contribuisce a fornire alla collina le caratteristiche climatiche di “versante”, mentre come spartiacque con il versante ligure fa giungere alla fascia più alta della montagna piacentina l’influenza del clima sublitoraneo e temperato caldo della Liguria.
Le conseguenze climatiche di questi fattori geografici, assieme alla configurazione orografica più generale della Valle Padana, sono estremamente rilevanti per il territorio piacentino: il carattere di continentalità è infatti accentuato nella fascia di pianura ma si riduce con la diminuzione della latitudine e con l’avvicinamento al crinale ligure, le valli piacentine più prossime alla regione ligure godono pertanto di un clima decisamente più temperato e meno continentale.
Si può inoltre ben osservare che la fascia di media collina, indicativamente compresa tra i 200 e i 400 m. di altitudine, collocata al di sopra della sommità media delle inversioni termiche della Valle Padana, gode di un regime termico più temperato e mite sia di quello della pianura che di quello della montagna. In questa fascia infatti si hanno escursioni termiche annuali più ridotte e più basse escursioni giornaliere medie, sia mediate sull’intero anno, sia mediate sui singoli periodi.
L’orografia caratteristica della valle Padana favorisce sulla pianura emiliana l’accentuarsi del fenomeno delle inversioni termiche, soprattutto durante il semestre freddo.
La formazione delle inversioni termiche al suolo è all’origine della formazione di foschie e nebbie nelle zone di pianura e di fondovalle che caratterizza tutta la pianura padana nel periodo invernale, così come dei fenomeni di accumulo e di intensificazione dell’inquinamento atmosferico, fino a giungere alle situazioni più pericolose della “fumigazione”, in cui lo strato di inversione – prima di sciogliersi definitivamente nelle ore più calde delle giornate invernali serene – galleggia a 200- 300 m. di altezza e costituisce una sorta di coperchio alla dispersione degli inquinanti, favorendone un rapido e pericoloso aumento delle concentrazioni al suolo. Sotto il profilo pluviometrico, il clima del territorio piacentino è caratterizzato dal tipico regime sublitoraneo appenninico o padano. L’altezza totale annua delle precipitazioni è pari a circa 850-900 mm nella fascia della pianura piacentina distribuiti su 80-85 giorni piovosi, mentre sale a 1000-1500 mm nella fascia della media collina su circa 100 giorni piovosi, subendo un incremento mediamente proporzionale all’aumento di altitudine;
Negli ultimi due decenni tuttavia il regime pluviometrico sembra essersi progressivamente modificato, a favore di una riduzione delle precipitazioni invernali (in particolare Febbraio) e di un aumento di quelle autunnali (in particolare Ottobre).
L’inverno tende ora a diventare, almeno nella fascia della pianura piacentina, la stagione più asciutta dell’anno.
Le nevicate nelle provincia di Piacenza sono un fattore completamente comune, infatti la sua media storica nella fascia di pianura è di 40 cm medi annui, spostandosi verso le prime colline e la fascia montuosa l’incremento diventa deciso dovuto sia all’ altitudine che al riparo ad opera della catena montuosa dai caldi venti di scirocco, tuttavia negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a due picchi estremi in quanto ad accumuli, negli anni ottanta si sono avute numerose nevicate anche superiori alla media, spicca tra tutti il 1985, un calo deciso si è registrato tra gli anni novanta e i primi anni 2000 in cui le nevicate sono diventate una rarità, tutt’ora registriamo un aumento del regime nevoso con gli ingenti accumuli degli ultimi 7-8 anni.
Infine possiamo affermare che il clima particolare della provincia di Piacenza è dovuto alla sua posizione strategica centrale nella pianura padana tra l’appennino e il grande fiume Po’ simbolo esclusivo della città in occasione delle sue grandi piene.